Giovedì 16 dicembre, alle ore 18:00, si potrà assistere al vernissage della mostra “La natura tesse i suoi colori e i suoi fili” presso la nota Sala d’Arte A.R.C.A. a Lecce in via Palmieri, 28.
Protagoniste della serata saranno le opere di Ileana Zatti, Matteo Fecola e Janet. Tre gruppi di lavori artistici completamente diversi tra loro, in quanto la Zatti contribuirà con i suoi quadri, Matteo Fecola con le sue fotografie e Janet con i suoi “lavori di ago”. Proiezioni d’arte che si materializzano partendo da punti d’osservazione e tecnici diversi tra loro, a volte, anche molto distanti e lontani, ma convergenti tutti su un unico focus tematico: “le stagioni”.
La serata verrà condotta da Pompea Vergaro nella sua tradizionale veste di critico d’arte. E così tra commenti critici, letture poetiche e le sonorità del M° Andrea Vera Longo, violinista, Pompea condurrà i convenuti in un percorso singolare di lettura delle opere esposte, attraverso un file rouge che lei stessa ha così definito: “I tre artisti, Ileana Zatti, Matteo Fecola e Janet entrati nel mondo dell’arte in tempi differenti e con cifre stilistiche ed esperienze del tutto personali, sono qui accomunati dal medesimo anelito, declinando il tema del passaggio delle quattro stagioni”.
“La natura tesse i suoi colori e i suoi fili” è un progetto ideato e realizzato dall’artista Ileana Zatti che ne ha curato, nei dettagli, l’allestimento ovviamente in collaborazione con Pompea Vergaro. Peraltro, la Zatti, originaria di Parma e trasferitasi nel Salento, per scelta, alcuni anni fa, ha voluto omaggiare in questa mostra la città barocca, con opere destinate ad illustrarne le antiche quattro Porte, allacciandole al tema principe della mostra. E così quattro porte per quattro stagioni.
In ogni caso, “Ai visitatori si offrirà uno spazio espositivo ritmato da una serie di opere: pittura su vetro con doratura a foglia oro zecchino, grafica e piccole e preziose installazioni in terracotta” di Ileana Zatti; “scatti a colori e in bianco/nero” catturati nel Salento ma anche lungo i suoi numerosi viaggi del giovane Matteo Fecola e “creazioni con ago e fili caratterizzati con novizia di particolari e una molteplicità di materiali” di Janet “per calarci nel mondo incantato dell’infanzia, della natura e non solo” come sottolinea Pompea Vergaro in una sua nota.
Ma, al di là di tutto, v’è da osservare che questa mostra sarà di sicuro un inno alla Natura, così distante oramai da noi, sia in termini fisici sia temporali, a tal punto che lo spunto offerto dai tre artisti potrebbe essere un invito a riappropriarci delle nostre radici, oramai divenute delle perfette “Sconosciute”, “Misteriose”, nonostante, a nostra insaputa, condizionino da sempre la nostra esistenza, quella di ciascuno di noi.
Rosanna Gobetti